Questo libro illustra il rapporto di D'Annunzio con l'occulto da tutti i punti di vista - diretti e indiretti - mostrando come e quando si presente nell'opera del Poeta, nella sua vita, nelle sua abitudini, come superstizione, religiosità, spiritismo, conoscenza e frequentazione di medium, veggenti e altro; anche il suo rapporto con la morte, soprattutto negli ultimi anni della vita, viene studiato a fondo. Ne scaturisce un ritratto che non solo conferma quanto era in parte già noto, ma definisce esattamente come l'occulto in senso lato sia stato una delle componenti fondamentali dell'esistenza di d'Annunzio uomo, letterato ed eroe di guerra.
Gabriele D'Annunzio credeva, in senso generale, alla comunicazione tra i vivi e i morti; e lo si arguisce dai riti vittoriali negli anniversari della scomparsa di persone a lui care, a cominciare dalla madre, la cui protezione avvertì sempre su di sé. Meno chiaro, per la scarsità di documenti al riguardo, è il ruolo che l'occultismo ebbe nella sua vita, anche se alcuni episodi e autorevoli personaggi attestano la sua frequentazione di cartomanti e maghe, spesso con spirito scettico, soprattutto negli anni giovanili.
Taluni aspetti del mistero, inoltre - ad esempio la fede nei simboli - furono a lui particolarmente cari, come appare evidente nella sua casa di Gardone Riviera, che ancora oggi rivela il senso arcano che vi impresse, da "arredatore mistico". Il volume è ricco di materiale inedito, la cui pubblicazione è stata resa possibile da lunghe ed accurate ricerche negli archivi della Fondazione del Vittoriale degli Italiani, attingendo all'Epistolario del Poeta, in particolare con l'architetto-medium Gian Carlo Maroni, e a numerose annotazioni e documenti personali.