Un libro molto particolare, che raccoglie pensieri e messaggi che Trilussa, attraverso una particolare dettatura medianica, ha trasmesso a Fernanda De Marco, la quale è la prima ad affermare di essere stata soltanto « la mano » che ha messo sulla carta le parole di Trilussa. Il libro è una sorta di diario intimo e personale del poeta, che svela un delicato segreto della sua esistenza.
Ogni pagina del libro è densa di vita realmente vissuta e di sentimenti genuini, sia pure visti attraverso una lieve distorsione romanzesca, che tuttavia mai prevale sulla sostanza e sulla realtà dei fatti.
Prende forma, in tal modo, un « memoriale » che rende giustizia al poeta e spiega taluni suoi comportamenti che - lui vivo -- vennero variamente interpretati dai suoi contemporanei, ma per lo più in senso negativo.
Si potrà così scoprire quali furono i veri rapporti di Trilussa con il regime fascista, e con Mussolini in particolare, che tante critiche attirarono al poeta, mentre in altre pagine del libro egli spiega il suo atteggiamento nei confronti dei poeti romaneschi che lo avevano preceduto, tra cui il Belli, che egli considerò un grande maestro... da non imitare.
Scopriamo, infine, il ruolo prezioso e non marginale svolto da Trilussa nel periodo dell'occupazione quale membro della lotta clandestina e partigiana a Roma.
Un libro, quindi, di avvincente lettura, pieno di rivelazioni e arricchito da una ventina di poesie che Trilussa ha voluto dettare anche dall'aldilà.