Come già facevano antiche popolazioni, anche gli etruschi usavano invocare con devozione i Mani in appositi riti libatori e, a quanto pare, in cambio di preghiere e offerte, potevano in certi casi ottenerne consigli e, in ogni caso, conforto.
Con la scomparsa dalla scena umana di tutti i loro devoti, i Mani etruschi, i più invocati, tacciono da due millenni e una loro manifestazione proprio in questi nostri tempi disincantati sarebbe da considerare almeno improbabile.
Per queste e altre ragioni, l'Autore ritiene meritevole di racconto e di analisi attenta una vicenda invero straordinaria che ha tre protagonisti:• Un personaggio dei nostri giorni che invoca con fervore gli etruschi ponendo in atto, seppure inconsapevolmente, delle modalità assai simili a quella di un'antica libagione.• Delle "voci", rivelate da un registratore e non altrimenti apprezzabili, che rispondono in un linguaggio adatto alle circostanze dichiarando, tra l'altro, di essere appunto dei Mani etruschi.• Un'anforetta etrusca dal ruolo apparentemente misterioso e decisamente importante.