L'Autore, un architetto svizzero di origine ungherese, ha vissuto nel 1964 l'esperienza di "morire" per qualche minuto, in un incidente stradale, e di tornare poi in vita per il tempestivo intervento di un medico. In quei brevi ma intensi momenti di "assenza di vita" egli vide il suo corpo che giaceva sulla strada come qualcosa di estraneo alla sua coscienza, e immediatamente dopo rivide il "film" della sua vita di cui egli stesso trasse un "giudizio" finale.
Tutto questo è raccontato in ogni dettaglio nel suo libro "Vi racconto la mia morte". Dopo il risveglio, inoltre, molto lentamente, Jankovich ricordò di avere anche rivisto alcune sue vite precedenti, esattamente otto, in immagini piene di particolari che man mano riuscì a ricostruire tramite la meditazione e disegnando le immagini che apparivano alla sua mente e poi ai suoi occhi, nei sopralluoghi eseguiti per verificare la realtà delle sue visioni.
Ascoltando la sua voce interiore, Jankovich è stato in grado di ritrovare luoghi e circostanze delle sue vite anteriori, tutte collegate tra loro dalla necessità di vivere determinate esperienze e di superare talune limitazioni.
Queste le otto vite precedenti, delle quali ha avuto evidenti e chiare conferme: una nell'antico Egitto come scultore-scalpellino; due nell'antica Grecia (una volta come povera contadina nell'Attica e una come giovane dama di corte a Cnosso); una in Inghilterra come maestro d'ascia; due in Italia, come dama veneziana e come povero pescatore dalmata; una come pescatore e capo religioso di un'isola polinesiana; infine come frate, morto giustiziato nel XVI secolo.