Questo libro offre un'interpretazìone, se non nuova, più adeguata ai nostri tempi e alla nostra cultura, di quella che è la schizofrenia, la malattìa mentale forse più enigmatica e sconosciuta (al grosso pubblico) e forse per questo così ingiustificatamente temuta.
L'Autore si è anche preoccupato di usare un linguaggio particolare - per 'l'argomento in questione. È forse quello che Bally chiamava « il linguaggio affettivo », avente il compito « di parlare col cuore » e quindi di essere più aderente a un'espressività inconscia da contrapporre al linguaggio strettamente « socializzato » o « scientifico » che sembra talvolta inadeguato a tradurre in contenuti psichici coscienti il simbolismo inconscio individuale o collettivo che sia.