Paul Arnold partendo dal presupposto che i glifi maya potessero essere interpretati come gli ideogrammi cinesi, che a loro volta vengono anche utilizzati foneticamente per trascrivere i nomi propri, è riuscito a trovare la chiave che gli ha consentito la decifrazione del Codice di Parigi, che ha voluto intitolare Libro dei Morti Maya. Nè la scrittura cinese originale, nè la scrittura maya classica sono puramente pittografiche, ma ricorrono ad un simbolismo spesso molto elaborato. La chiave è ora trovata. Non rimane che continuare.
Paul Arnold è stato il primo tra gli studiosi "americanisti" a constatare quanto la lingua del Maya fosse simile a quella dei Cinesi. In seguito a questa intuizione, e mediante il confronto tra gli antichi geroglifici cinesi e i segni Maya costituiti per la maggior parte da ideogrammi egli ha potuto decifrare questa scrittura ed interpretare uno dei pochissimi documenti che ci sono giunti. Questo manoscritto di carattere religioso, conservato presso la Biblioteca Nazionale di Parigi è una testimonianza unica del pensiero metafisico maya, assolutamente superiore alle religioni delle altre popolazioni meso-americane.