Molto probabilmente l’argomento trattato dal Dott. Peroni risulterà di sicuro interesse per tutti coloro che, constatata l’irreversibile reificazione e burocratizzazione del rapporto medico-paziente occorsa nel tempo alla disciplina di Ippocrate e di Galeno, sono divenuti cultori della cosiddetta medicina alternativa e, conseguentemente, convinti utilizzatori dei rimedi offerti da Madre Natura al fine di curare ogni male del corpo (e non solo). Si potrebbe anche pensare che l’autore, quotidianamente investito nell’esercizio della propria professione da tale anelito di benessere psicofisico, abbia confezionato, in sintonia con i costumi del tempo, un sommario compendio di ”risposte fitoterapiche” capaci di intervenire in modo risolutivo nelle più diverse condizioni patologiche: tisane per drenare/disintossicare organi ed apparati, riequilibrare funzioni metaboliche e neurovegetative, recuperare dinamismi energetici, lenire forme algiche.
Però, così non è. In effetti, conosco il Dott. Peroni sin dall’adolescenza. Gabriele, che allora abitava a Milano, era solito trascorrere le vacanze estive con la famiglia a Besano (VA) ove io vivevo. Ci accomunava oltre che un carattere mite, socievole, sensibile all’ingiustizia sociale, l’interesse per le scienze naturali. In vero per lui si trattava di una vera passione che si rilevava non solo dall’inconsueta (data l’età) ed enciclopedica conoscenza di nozioni riguardanti soprattutto il mondo minerale e vegetale, ma anche da un impulso quasi scoptofilico a ricercare nelle montagne viciniori le testimonianze “viventi” del suo sapere.
Ho potuto constatare con il passare degli anni, come questa costante dedizione non fosse al servizio di bisogni narcisistici tipicamente adolescenziali, ma rappresentasse una definita inclinazione dell’animo: una sorta di vocazione sostenuta dall’insopprimibile desiderio di avvicinarsi al mistero della sempre cangiante combinazione degli elementi naturali, anche al fine di carpirne le potenzialità terapeutiche e così trasformarle in Pharmakon. Credo, pertanto,che tale assetto etico e personologico non lasci dubbi sulla finalità dello scrittore: non solo tramandare il sapere terapeutico di culture tradizionali, ma soprattutto educare le genti alla riappropriazione della salute.
Prova ne è che questo libro appare come complemento di altre pubblicazioni dell’autore (ad es. Vegetarianismo: etica e salute; Manuale Prontuario di Fitoterapia e Terapie Naturali; Curarsi con le piante; Le nostre nonne si curavano così, ecc.) tese a fortemente sottolineare la necessità di cambiamenti di abitudini alimentari in un’ottica di prevenzione di numerose patologie, quali ad es. quelle cardiovascolari, neurodegenerative e neoplastiche. Prova ne è che questo libro, velatamente e costantemente fra le righe, rimanda alla necessità di spezzare il ritmo frenetico/patogeno della giornata, di divenire soggetti e non oggetti di guarigione (laddove possibile e fin dove possibile), assaporando nella rituale preparazione del Pharmakon del caso, il piacere se non la gioia di non aggredire consapevolmente la nostra parte corporea.
Grazie dello sforzo, grazie del munifico dono Gabriele, grazie davvero.
Dott. Mario Girola
Psichiatra