In questa raccolta di articoli Giovanni Sartori prende in esame le grandi tematiche ambientali, esprimendo analisi e argomenti che smascherano l’incapacità della politica rispetto a quello che da tempo dovrebbe essere il suo compito più essenziale.
La politica ambientale dei nostri governi è stata, ed è a tutt’oggi, la politica dello struzzo: in caso di pericolo... testa sotto la sabbia. Sul tema del collasso ecologico del nostro pianeta e su come fronteggiarlo siamo ancora a “quasi zero”.
La Terra è un piccolo pianeta le cui risorse non sono infinite e sul quale siamo, quasi di colpo, diventati tanti, troppi. Continuare a ignorare questa realtà impegnandoci in una crescita senza limiti condurrebbe il genere umano verso la catastrofe.
Dalla prefazione: Questo volume raccoglie scritti sparsi, e perciò stesso più o meno persi, dell’ultimo decennio. Pertanto sono molto lieto della proposta delle Edizioni Ambiente di riproporli raccolti in volume. Che non accoglie nessuno scritto invecchiato per la semplicissima ragione che sul tema del collasso ecologico del nostro pianeta e sul come fronteggiarlo siamo ancora non dico a zero, a niente, ma a quasi zero, a quasi niente. Una prima raccolta del 2003 dei miei scritti in argomento si intitolava La Terra scoppia. Questo volume era a due mani, mio e di Gianni Mazzoleni. Che tengo qui a ringraziare per la preziosa collaborazione. In quel volume scrivevo nella Prefazione così: “La Terra è malata? Sì, ma non è grave. Siamo in troppi? Per carità, c’è posto per tutti. Manca l’acqua? Sì, ma provvederemo. E la fame? La fame c’è, ma solo perché il cibo è mal distribuito. L’inquinamento atmosferico? Non esageriamo, l’aria sporca è solo aria sporca e ci abitueremo. E il clima? Del clima non sappiamo nemmeno se stia davvero cambiando. Insomma, niente paura”. Negli ultimi dieci anni un po’ di paura è venuta. Ma non tanta, non abbastanza. Non siamo animali lungimiranti e le notizie sgradevoli ci danno fastidio e le rimuoviamo. Tuttavia l’evidenza è incalzante. Quando il petrolio venne scoperto negli Stati Uniti stava a poche decine di metri di profondità. Oggi siamo costretti a cercarlo in mare a tremila e più metri di profondità. E tutti avvertono che il clima è impazzito e che non è più come era, diciamo, sino a cinquanta anni fa. Il fatto è che la Terra è un piccolo pianeta le cui risorse sono finite (non infinite) sul quale siamo, quasi di colpo, diventati troppi: al momento circa 7 miliardi, ma ancora in crescita, forse addirittura fino a 9 miliardi. Questa esplosione demografica è insensata e suicida. Eppure non viene ostacolata. La vita è sacra, si dice. Ma quale vita è sacra? Anche quella delle zanzare e dei pidocchi? Evidentemente no. Anzi, li ammazziamo volentieri e senza peccato. In questo libro raccolgo in Appendice tutti gli scritti nei quali discuto la differenza tra “qualsiasi” vita (di miliardi di esseri viventi e piante che nascono e muoiono senza rendersene conto) e, appunto, la “vita umana”. San Tommaso e tutta la teologia cattolica hanno sempre fermato questa differenza: la Chiesa cattolica di oggi, degli ultimi due pontefici, l’ha cancellata. Peccato. Perché se vogliamo sopravvivere come genere umano dobbiamo assolutamente fermare la nostra crescita demografica.
INDICE: Prefazione Effetto serra e conteggi Fao Appendice. Non crescete, non moltipilacatevi L’embrione e la persona che non c’è