Secondo quello che è considerato il padre del karate, Gichin Funakoshi, “lo scopo ultimo del karate non risiede nella vittoria o nella sconfitta, ma nel perfezionare il carattere di chi lo pratica”. Per diffondere questa visione dell’Arte e offrire una guida ai futuri praticanti, egli redasse i suoi ormai leggendari Venti Princìpi.
Da soli essi hanno avuto una grande diffusione, ma non era mai stata pubblicata fin’ora una traduzione del commento che li accompagnava. Funakoshi pone la massima enfasi sugli aspetti spirituali e sulle doti mentali più che sulla forza bruta e sulla tecnica. I praticanti, quindi, non dovrebbero pensare solo alla tecnica – pugni, calci, parate – ma coltivare allo stesso modo gli aspetti spirituali della pratica. “Occorre prestare attenzione a se stessi, il resto verrà da sé”, era il messaggio che egli volle trasmettere ai posteri oltre sessant’anni fa.
I Princìpi sono rimasti aperti a varie interpretazioni. Il commento contenuto in questo libro, che è ricco di pensieri filosofici, affascinanti episodi storici e consigli per coloro che cercano il modo migliore di praticare, li chiarisce molto bene. Il breve trattato è inoltre accompagnato dalla calligrafia originale del Maestro e costituisce senza dubbio una lettura preziosa per gli appassionati di arti marziali.