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Le terapie odontoiatriche, fin dalla loro lontana origine, hanno avuto per oggetto prevalentemente gli aspetti riabilitativi e ricostruttivi dell' apparato dentale, e solo in minima parte la cura, nel senso proprio del termine, del cavo orale. La natura prettamente riabilitativa dell' odontoiatria comporta una serie di problematiche tecniche, in quanto il materiale con il quale si ricrea la struttura dentale deve essere in grado di assolvere alla stessa funzione del tessuto originale, sopportando elevati carichi di lavoro e migliaia di cicli mastica tori. La necessità che un materiale odontoiatrico sia biocompatibile diventa evidente quando, oltre al singolo dente, si prende in considerazione l'intero organismo in cui rimarrà impiantato permanentemente e si ragiona sulle interazioni che la sua natura chimica e fisica avrà in tale contesto.
L' odontoiatria biologica mira a dare la massima rilevanza ai concetti di biocompatibilità e rispetto biologico, e si adopera per trovare strategie di trattamento che introducano la minima perturbazione possibile nel corpo, in attesa che siano disponibili approcci biotecnologici in grado di ricreare ex novo i tessuti dentali e orali.
Estratto dall'Introduzione:
Molte aree mediche si occupano di patologie nelle quali la guarigione del paziente o dell' organo affetto corrisponde a una restitutio ad inteegrum, cioè a un ritorno alla condizione precedente la malattia. Le affezioni della bocca sono invece per lo più patologie che comportano la perdita di struttura e il danneggiamento irreversibile dei tessuti coinvolti; le possibilità terapeutiche, a oggi, non contemplano la rigenerazione della componente lesa, ma prevedono la sua sostituzione con un manufatto artificiale. Nel caso ad esempio della carie dentale, una patologia legata all'attività dei batteri e dei metaboliti acidi da essi prodotti, che porta al progressivo rammollimento e alla disgregazione prima dello smalto e poi più all'interno della dentina, esiste una serie di abitudini alimentari e igieniche che predispongono, causano e perpetuano il processo.
Se da un lato è possibile sviluppare azioni preventive, per modificare tali abitudini, e curative, per contenerne gli effetti dannosi, dall' altro la perdita di sostanza dentale è rimediabile solamente attraverso un processo di sostituzione dei tessuti distrutti con un materiale artificiale. Maggiore è l'entità della perdita della sostanza dentale, più estesa è la dimensione del restauro: otturazione semplice, otturazione complessa, intarsio, fino ad arrivare alla ricopertura della porzione di dente residuo con una corona artificiale oppure alla sostituzione in toto del dente con un impianto osseo. La natura prettamente riabilitativa dell' odontoiatria comporta una serie di problematiche tecniche, in quanto il materiale con il quale si ricrea la struttura dentale deve essere in grado di assolvere alla stessa funzione del tessuto originale, sopportando elevati carichi di lavoro e migliaia di cicli mastica tori. Il requisito della resistenza meccanica ha favorito l'uso dei metalli. In assenza di altri materiali adeguati allo scopo, le otturazioni in amalgama, le corone e i ponti d'oro sono stati per molto tempo una risposta efficace alle esigenze riabilitative: meccanicamente funzionano bene e resistono a lungo nel tempo. La crescente attenzione all' aspetto estetico del restauro dentale ha successivamente favorito lo sviluppo di materiali quali le porcellane e soprattutto i compositi, nonché delle relative tecniche cliniche e di produzione dei manufatti, con la finalità di rendere non distinguibile alla vista il dente restaurato rispetto agli altri sani. In tempi ancora più recenti molti odontoiatri e moltissimi pazienti hanno iniziato a considerare irrinunciabile la biocompatibilità dei materiali da restauro. Biocompatibilità è un termine composto dal prefisso bio- (dal greco bioo, "vita, essere vivente") e dalla parola "compatibilità", derivante dal latino cum patior (letteralmente "partecipare a") traducibile con l'espressione "essere in sintonia con". L'etimo sottolinea dunque in maniera evidente il carattere di armonia con la vita di tutto ciò che può definirsi biocompatibile.
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