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Il termine Chi Kung include tutte quelle discipline, metodi e arti che si riferiscono allo sviluppo dell'energia vitale. Il Tai Chi Chuan e il Chi Kung delle Biospirali rientrano quindi a tutto diritto in questo gruppo. Esiste un gran numero di scuole di Chi Kung: gli Otto pezzi di broccato, il Chi Kung dell'Anitra selvatica, il Tai Chi Chi Kung, il Gioco dei cinque animali ecc. Ciò che accomuna le diverse scuole e metodi può essere riassunto in questa prassi condivisa: costruire il Chi (energia vitale), aumentare il Chi, far scorrere il Chi, gestirlo e manipolarlo. Lo scopo ultimo dei diversi sistemi dipende dal!' ambiente nel quale si sono sviluppati.
Esistono scuole di Chi Kung nate in ambiente religioso che si occupano di elevazione spirituale, altre nate in ambiente medico che si occupano naturalmente di salute, non solo fisica, scuole filosofiche impegnate nella ricerca della verità ultima e infine scuole marziali che hanno dato un grande impulso alle applicazioni pratiche ed esperienziali.
Il Tai Chi Chuan si è sviluppato in quest'ultimo ambito, quello delle arti marziali interne. Si tratta di metodi che prediligono il ricorso alla forza vitale, sottile e inesauribile, piuttosto che alla forza muscolare, considerata tradizionalmente come esterna, grezza e non rinnovabile. Il Tai Chi Chuan è l'arte marziale basata sull' energia scaturita dalla naturale tendenza delle forze contrarie a interagire per armonizzarsi. Il Metodo Biospirali è il Chi Kung che si avvale di immagini, respirazioni e movimenti ispirati dal segno che rappresenta l'intelligenza del cosmo: la spirale. Si basa su conoscenze preziose che riguardano l'energia interna, note agli antichi maestri taoisti.
I saggi taoisti svilupparono le loro arti molto tempo prima che Einstein rivelasse agli occidentali che l'energia e la materia sono relative e trasformabili: sin dalla nascita della propria cultura, l'Occidente ha ricercato l'affermazione della mente sulla materia, ma non ha mai sviluppato un metodo appropriato per raggiungere tale obiettivo. Il pensiero occidentale separava, e ancora separa, il corpo e la mente in due sfere distinte e contrapposte. Il corpo è diventato competenza della chimica e della fisica, mentre le questioni concernenti la mente sono state sempre considerate dominio della religione e, in anni più recenti, della psicologia. La società occidentale industriale ha trasformato il potere del fare nel potere del controllo, e questo ha cambiato il rapporto dell'uomo con la natura; dall'idea del rispetto e del vivere in armonia con l'ambiente si è passati al suo sfruttamento. Non poteva essere altrimenti.
Il genere umano è apparso sul nostro pianeta 2-3 milioni di anni fa. Il suo rapporto con l'ambiente esterno si basava su una relazione di continuità. Quarantamila anni fa, partendo da una dimensione psichica prerazionale, si formò il pensiero simbolico, dando una strutturazione definitiva al processo psichico. La nuova dimensione diede origine alla specie animale che definiamo Homo, la quale coincise con una più importante fase comportamentale. L'Homo sapiens ne fu il protagonista. Da questo momento in poi un numero crescente di individui e comunità, acquisendo un'identità, collocarono la psiche in una relazione di contiguità con il territorio, relazione che sta alla base della formazione delle idee e della produzione culturale tipiche del passo successivo dell' evoluzione, l'Homo sapiens sapiens.
La differenza che intercorre tra percepirsi come parte indistinta e indissociabile dal proprio ambiente naturale (relazione di continuità) e percepirsi come parte distinta e dissociabile dal territorio (relazione di contiguità) è piena di possibilità di adattamento straordinarie, ma anche di grandi sofferenze a causa di un'identità che ci costringe ad assegnare alla nostra esistenza una collocazione generatrice di stress, ansia, depressione e inaridimento.
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