Pourt-au-Prince è stata rasa al suolo da uno dei più forti terremoti degli ultimi 200 anni. "I primi pensieri sono per i bambini... Non sappiamo se sono vivi né se il centro che abbiamo costruito per loro è crollato. Impossibile stare con le mani in mano, senza una risposta". Alessndro Corallo, alla notizia del terremoto di Haiti del 12 gennaio 2010, si mobilita immediatamente. La tragedia lo tocca da vicino, per via della sua decennale frequentazione di quel paese pieno di incanti e di miserie. È solo grazie a Skype che nei primi giorni riesce a comunicare con gli amici haitiani. Due mesi dopo sarà sui luoghi per partecipare al completamento di un nuovo progetto: cento bambini abbandonati nella capitale distrutta vengono accolti nel centro di accoglienza realizzato dall’Anpil nella città di Port-de-Paix.
Nella sua appassionata cronaca del dopo terremoto, l’Autore ci apre gli occhi anche sulla problematica delle adozioni. E testimonia la costante ed efficace dedizione di volontari e missionari.