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Dopo un lungo silenzio l'adolescenza è diventata un argomento di moda. Sono in molti a parlarne: giornalisti, sociologi, psicologi, psicoanalisti. Ma perché proprio ora? Perché l'adolescente con il suo smarrimento, col suo sentirsi orfano dei genitori dell'infanzia ci restituisce un'immagine impietosa, ma vera, del nostro smarrimento e del nostro sentirci orfani dei grandi ideali politici e religiosi del passato: che in forma di genitori simbolici sostenevano la vita degli individui. In quest'ottica l'interesse per l'adolescenza diventa non solo studio "scientifico" ma interrogazione sulla complessità del nostro essere di soggetti. L'adolescenza non è solo un'"età difficile": più ancora dell'infanzia rappresenta l'origine drammatica dell'uomo come essere pensante. In questo libro ci si propone di liberarla di sociologismi e psicologismi che tendono a produrre ricette rassicuranti, per restituirla alla sua dura essenzialità universale.
La psicoanalisi, che da più di un secolo indaga il mistero e la complessità del soggetto, non può non trovare nell'adolescenza e nelle sfide che essa pone ad ogni progetto di cura, mettendo in crisi tutti i dispositivi precostituiti, l'occasione affascinante di una perpetua rifondazione.
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