E' crollato finalmente il prestigio, se non l'influenza del pensiero unico liberista che ha dominato il panorama intellettuale e politico dell'ultimo trentennio.
"Ricchezza è molteplicità, varietà, qualità e libertà delle nostre relazioni con gli altri e con la natura; o, se vogliamo, con l'ambiente fisico (il territorio), sociale (i viventi), culturale (la storia, le tradizioni, il pensiero altrui, le nostre aspettative) e con le generazioni future, sia quelle oggetto dei nostri affetti (figli e nipoti) che della nostra assai labile considerazione (coloro da cui abbiamo 'preso in prestito' il mondo)." Oggigiorno, mentre i trenta anni vergognosi giungono al capolinea con il collasso finanziario e le sue conseguenze sul retroterra economico, il mondo è di nuovo a un bivio. Può approdare a uno spaventoso aumento di poteri autoritari, di regimi antidemocratici, di pulsioni razziste come nehli anni trenta del secolo '900, oppure rimettere in questione assetti economici e sociali dell'interno pianeta. Se la crisi economica è grave lo è altrettanto il disastro culturale: oggi viviamo spesso nella barbarie anche se fingiamo di non riconoscerla. Certi fatti fanno appunto parte di questa barbarie generale, fenomeno sociale e culturale più che politico, la cui maggiore responsabilità cade sui media, ma anche sulla scuola e sulla politica.
Come uscirne? Ripartendo dalle fondamenta “con i materiali che quelle macerie ci mettono a disposizione”. E lo dobbiamo fare là dove viviamo, attraverso la rete di relazioni in cui siamo inseriti. Come si suo dire agire localmente, pensare globalmente: oggi è importante avere una visione più ampia dei problemi.
Un capitolo viene dedicato all’energia. Il rinnovato interesse per il nucleare è motivato dall’illusione che, finito il petrolio, questa pericolosa fonte consenta il proseguimento immutato della way of live di oggi: illusione appunto! Il tema dei rifiuti è stato già analizzato da Viale in un altro libro
Azzerare i rifiuti, edito da Bollati Boringhieri nel 2008, ma qui viene ripreso in modo sintetico e non è un capitolo da poco per poter attuare quelle buone pratiche di cui si parlava. I modelli ci sono, all’estero (ad esempio in Germania) questa strada è già stata percorsa.
Altro tema già frequentato dall’autore e qui, giustamente, ripreso è quello dell’auto (
Vita e morte dell’automobile, 2007) del perché la crisi abbia investito per primo questo settore e di come si dovrà approdare a una mobilità sostenibile. Il saggio si chiude con un capitolo intitolato come il volume, Prove di un mondo diverso: incentivo all’azione dei gruppi di cittadini che si organizzano in vario modo e per scopi diversi, possibilità di mettersi in rete e quindi di contare, speranza di modificare sostanzialmente quel cammino verso la distruzione che è in corso. Speranza quindi, visione costruttiva dei processi possibili, messaggi positivi, insomma quello di cui si ha fondamentale necessità oggi.