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Si cerca di più ma si trova di meno, e a costi sempre più alti. Questa constatazione, che vale per tutte le fonti energetiche non rinnovabili – petrolio, gas naturale, carbone e materie prime come il rame – descrive lo scenario globale delle risorse su cui è tuttora saldamente fondata l’economia globale. Può darsi che da qualche parte sepolto sotto i fondali marini o le sabbie dei deserti, o magari ancora dotto i ghiaccia del Polo Nord, ci sia ancora abbastanza petrolio per andare avanti per qualche decennio. Il volume è arricchito da una nuova introduzione aggiornata, è si presenta come un'opera di altissimo interesse per tutti gli appassionati di economia, ecologia e solidarietà.
Stati Uniti, Cina, Russia e India hanno intensificato i loro sforzi per accaparrarsi i giacimenti rimasti sul pianeta. La partita si gioca in Africa, nel Golfo Persico e nel Mar Caspio, in regioni remote e inospitali come l’Artico e gli oceani aperti. Gli Stati che possiedono le risorse vengono blanditi dalle potenze “energivore” con massicci trasferimenti di armi e tecnologie militari, aumentando il rischio di conflitti armati. Del nuovo “nazionalismo energetico”, espressione che sintetizza il ruolo crescente esercitato dagli Stati nelle questioni energetiche, la Russia è l’esempio più lampante: svuota le istituzioni democratiche in nome della sicurezza energetica.
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