L'approccio delle regie offre strumenti ad una nuova generazione di protagonisti del cambiamento che intendono agire in modo radicale e rivoluzionario, lottare contro prassi statiche, burocratiche o stagnanti, agire contro la demotivazione e la perdita di efficienza ed efficacia, proporsi traguardi forti e farsi promotori di un'evoluzione assertiva.
Il metodo delle regie intende offrire strumenti e concetti utili a chi si occupa di cambiamento positivo e di "formazione" nel suo senso più vasto del termine, ma anche di evoluzione assertiva, di trasformazioni del modo di essere, di sistemi di apprendimento e sviluppo organizzativo, e ancora di potenziale individuale, crescita e maturazione individuale e delle imprese. Alla base del metodo si collocano i concetti di multicanalità (cercare più angoli di attacco al cambiamento), di focusing (depurare i progetti di cambiamento da analisi errate, e da distorsioni sugli obiettivi da raggiungere), di "ricentraggio delle energie mentali" verso lo scopo e verso il percorso stesso, nei diversi protagonisti di un progetto.
L'autore si sofferma sulle interazioni tra energie e competenze dei change agents, sulle condizioni che ne permettono il successo, ma soprattutto sui vari protagonisti del cambiamento (manager e leader, formatori, responsabili risorse umane, coach e counselor) e su come possano individuare e rivedere il proprio ruolo all'interno dei meccanismi di problem-solving e di goal-setting, acquisendo maggiore propositività e assertività. Si tratta di un "salto di paradigma", di una vera e propria azione di trasformazione radicale e non di una semplice addizione di nozioni, che può avvenire solo attraverso un patto psicologico forte, centrato sulla volontà di cambiamento e sulla rottura degli schemi di riferimento precedenti.