Questo saggio nal 1995 ha scatenato aspre polemiche e discussioni accese, tanto da diventare un punto di riferimento imprescindibile, un classico ampiamente diffuso e tradotto. Il teologo Hans Küng e lo storico della letteratura Walter Jens discutevano di una morte che viola la dignità dell’uomo: quella che spegne, talvolta dopo sofferenze prolungate artificialmente dalla medicina, un corpo e una mente piagati da malattie incurabili.
Da allora i dubbi, i timori, la diffidenza che accompagnano le pratiche di eutanasia non si sono placati; Chiesa, politica, e morale faticano ancora a trovare un punto d’incontro. E Walter Jens oggi sta vivendo in prima persona il dramma su cui si interrogava: affetto da alcuni anni da demenza senile, è sprofondato in un mondo al di là del pensiero, al di là delle parole.
Nei contributi inediti di questa nuova edizione, Hans Küng, insieme a Inge Jens – la moglie di Walter, che racconta la sua sofferenza e la sua disperata ricerca di una direzione da seguire – tira le fila del dibattito attuale e lancia un appello per una discussione oggettiva, che metta al primo posto l’uomo e la sua volontà, e sopratutto che riconosca al malato la libertà di scegliere come lasciare questo mondo.
"Ci spinge la speranza che la domanda sulla responsabilità personale dell’uomo nei confronti della sua morte possa essere posta in maniera nuova e sobria, degna e moralmente seria, al di là di ogni dogmatismo e di ogni fondamentalismo". Hans Küng e Walter Jens