Eravamo immortali e lo abbiamo dimenticato... Dalle acque gelide delle Ande sul cammino Inka del Qhapaq Nan, alle acque bollenti del Giappone coi suoi templi e giardini zen, dai misteriosi Moai dell'Isola di Pasqua alle piramidi messicane passando per le enormi teste Olmeche, Devana ritrova l'importanza dell'acqua come mezzo per transitare fuori dall'illusione verso l'immortalità.
In questo volume, che completa la trilogia dell'immortalità insieme a "Gra(d)al il segreto della torre" e a "La via degli immortali", Devana documenta prove inconfutabili della nostra naturale immortalità, prove ottenute come di consueto viaggiando nei siti sacri di tutto il mondo, incontrando sciamani e sapienti e sottoponendosi lei stessa a forti prove iniziatiche.
La risposta non è "in alto" ma nel centro del pianeta, che i nativi americani chiamano Inframundo e dal quale si potrà prendere la spinta per salire verso il nostro prossimo livello evolutivo e viaggiare attraverso i tunnel interdimensionali. Gli antichi sapevano che "la via" parte dal centro della terra a cui si accede tra l'altro dai vulcani Rapa Nui e dai cenotes Maya.
Oggi la scienza conferma che il cuore della terra è attivo e vivo. Il "mezzo" sarà l'acqua, attraverso la quale stiamo recuperando le antiche conoscenze perdute e grazie alla quale si attiverà la nostra merkaba. Viaggiando e osservando Devana scopre l'enorme quantità di indizi che, come in un thriller, gli antichi ci hanno lasciato perché avessimo tracce da seguire verso il risveglio... e verso il "ritorno degli dei".