Oggi, ad oltre trent’anni dalla sua pubblicazione, Le Chiavi di Enoch continuano ad insegnare cose nuove: in sostanza presentano lo scenario di un’incessante cosmologia di passato/presente/futuro e un piano per una nuova direzione dell’evoluzione dell’umanità verso uno stato di coscienza superiore. Il Libro della Conoscenza: Le Chiavi di Enoch è un testo spirituale-scientifico che espone i temi del futuro con un linguaggio sia scientifico che poetico. Le Chiavi esaminano gli enigmi della vita e offrono una spiegazione spirituale alle ragioni della nostra esistenza in questa realtà. È importante evidenziare che questo testo non è il frutto di una canalizzazione ma è stato trasmesso all’autore, in modo diretto, nell’incontro faccia a faccia con due esseri di Intelligenza Superluminale Superiore.
Le Chiavi di Enoch ci insegnano che per risolvere i problemi della Terra è possibile ed è necessaria una maggiore integrazione tra la via dello spirito e la via della scienza. Suo fine ultimo è l’evoluzione dell’umanità con l’obiettivo di cambiare il nostro orientamento per essere pronti alla sintonizzazione spirituale e al salto quantico che porterà l’umanità e la terra alla fase successiva della propria evoluzione. In questo processo si preannuncia una interazione finale, scoprendo “nell’universo famiglie più grandi di vita intelligente che condividono la stessa Evoluzione Superiore e la stessa Fonte Divina.”
Le Chiavi di Enoch sono un’opera che non consente una lettura superficiale e richiede impegno per essere compresa. Il testo è un processo formativo su più livelli in cui il lettore acquisisce la capacità di lavorare con le immagini mentali, con la lingua sacra e con l’espansione della coscienza grazie a cui si manifesterà una effettiva trasformazione nel riconoscere la vita quale processo esperienziale di mondi multidimensionali. Con il desiderio di saperne sempre di più, la coscienza dello studente sviluppa una prospettiva illuminata sulle tematiche della terra e del cosmo. Con la sua miscela unica di principi spirituali e scientifici, affronta e risponde a domande che si ripropongono da tempo immemore e a domande contingenti.
Le Chiavi possono, pertanto, essere viste come un modello dei diversi livelli di consapevolezza spirituale, e uno studio approfondito permetterà di “codificare” questi diversi livelli. Se il lettore occasionale è uno scettico, liquiderà l’opera considerandola uno dei tanti racconti di fantascienza che propaganda ed esplora territori sconosciuti. Ma questa non è un’opera di fantasia e neanche il frutto di “canalizzazioni” o di medianità. Per la sua natura di esperienza diretta nel ricevere le informazioni riportate in Le Chiavi di Enoch , è più propriamente considerato un insegnamento rivelato, come quelli presenti nella Bibbia e nelle altre scritture sacre. Ci sfida ad andare oltre la normale modalità di pensiero tridimensionale del nostro intelletto razionale per accettarlo a livello sovra-razionale.
Non esistono prove che l’esperienza dell’autore non sia stata altro che un’esperienza soggettiva, anche se molte delle predizioni, in particolare per quanto attiene all’ambito delle scoperte scientifiche, sono state confermate nel tempo. In materia di realtà è difficile per i nostri processi di pensiero concreti accettare delle esperienze mistiche come quelle descritte nelle Chiavi, e finché non ci libereremo dell’idea che non eistonoaltre dimensioni oltre la nostra (la teoria della relatività e la fisica quantistica dimostrano che esiste almeno una quarta dimensione oltre le tre a cui siamo abituati), non ci rimane, se non altro, che essere disposti a considerare la possibilità che gli insegnamenti delle Chiavi siano veritieri, prima di poter iniziare a comprenderli.
Questo dilemma intellettuale, simile al “salto di fede” di kierkegardiana memoria, mette Le Chiavi nella giusta prospettiva per il ricercatore-filosofo. Quest’opera è stata pubblicata nel 1973 e non ha raggiunto soltanto la gente comune, ma è rinomata anche in ambito scientifico e a livello internazionale e questa, per certi versi, è una nota ironica considerando l’ampiezza, la profondità dell’opera e il modo in cui mette in discussione i preconcetti del lettore, che si tratti di qualcuno che opera in ambito scientifico, filosofico o qualcosa di intermedio.
Soltanto nella comprensione che il nostro universo fisico non è altro che una sottostruttura di più sublimi livelli della creazione operanti attraverso frattali archetipici o “lettere divine”con creazione di forme-pensiero, noi potremo comprendere l’importanza di questi insegnamenti. Questa è la grande preparazione, non soltanto per la grandiosa riunificazione del regno materiale, ma per l’ascensione dai regni materiali e meta-materiali nei regni della coscienza e dello spirito della creazione superiore. E così, il mistero di quello che Cristo chiamava “La Casa dalle Molte Dimore” non è più un mistero, ma la rivelazione attiva della realtà di cui noi siamo parte integrante quali membri delle Schiere.
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