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Primo europeo ad attraversare la catena del Karakorum, Ippolito Desideri, di Pistoia, missionario gesuita, osò inoltrarsi nel Ladakh e percorrere il deserto di ghiaccio che forma l’altopiano del Tibet, nel Transhimalaya. Si trovò ad affrontare disagi oggi inimmaginabili e fu più volte in pericolo di vita. Nella sua «Relazione» descrisse il Paese, gli usi e i costumi dei suoi abitanti, e si soffermò particolarmente sulla religione, che egli riuscì a penetrare a fondo con lo studio indefesso dei trattati dei filosofi buddhisti.
Apprese la lingua senza sussidi di grammatica e dizionari e in quella lingua scrisse un saggio sul buddhismo, che ancora oggi risulta fra i più penetranti. La sua biografia costituisce una lettura interessante, non solo per le straordinarie avventure di viaggio, ma anche perchè il Desideri si trovò coinvolto nelle vicende storiche che insanguinarono il Tibet in seguito all’invasione dei Tartari e dei Cinesi. Costretto ad abbandonare il Tibet nel 1721, Padre Ippolito Desideri morì a Roma il 13 aprile 1733.
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