Peter Tompkins iniziò ad approfondire il pensiero del veggente austriaco Rudolf Steiner, fondatore dell’Antroposofia – convinto che gli elementi chimici potessero essere consciamente controllati dall’intelligenza – e quello della Besant e di Leadbeater, che ricercavano l’atomo fisico ultimo nel mondo “astrale” delle fate.
L’Autore, avvicinandosi a questa materia con lo stile del reporter, ma confidando nella straordinaria conoscenza descritta dai veggenti – i cui dati talvolta di certo sfidano la credibilità – alla fine ha scoperto che le loro prove sono così evidenti e razionali che dobbiamo per forza condividere la loro convinzione che per risolvere i mali e i problemi di questo mondo sia necessario imparare a comunicare con gli spiriti della natura e le gerarchie angeliche da cui essi derivano.
“Passeggiando nei boschi, io non vedo gli spiriti, ma li percepisco attorno a me, e non mi sento più solo. La mia comunione con le piante, non più metaforica, è reale così come io consciamente respiro vita dalle loro foglie e restituisco il regalo trasformato dai miei polmoni, consapevole che silfidi e ondine abbiano trasformato quelle foglie dalla luce del sole. Mi sento a casa nel mondo e applico la lezione impartita da Merlino al giovane Re Artù, come insegnatomi dal mio maestro inglese, T.H. White, quando ero scolaro: Sii quel luccio! Sii quel falco! Sii quella quercia!”