Martin Gardner, «Scientific American», scrive:
«Ogni due o tre decenni un autore ignoto produce un libro di tale profondità, chiarezza, vastità, acume, bellezza e originalità che subito esso viene riconosciuto come un avvenimento di prima importanza: Gödel, Escher, Bach è un’opera di tal genere… La struttura di questo libro è satura di complicato contrappunto non meno di una composizione di Bach o dell’Ulisse di Joyce».
Il libro che ha svelato a una immensa quantità di lettori, in tutto il mondo, gli incanti e le trappole di un’Eterna Ghirlanda Brillante i cui fili si chiamano intelligenza artificiale, macchina di Turing, teorema di Gödel. Una «fuga metaforica» nel variegato mondo che si dispiega fra la mente, il cervello e i computer.