Essere intelligenti può aiutarci a essere felici? Ma cosa vuol dire essere intelligenti? In questo saggio rivoluzionario, letto da milioni di persone in tutto il mondo, Daniel Goleman raccoglie la sfida: spiegare perché persone “molto intelligenti” falliscono in settori importanti della propria vita; perché, in sostanza, sono infelici.
Mentre la civiltà occidentale si fonda sulla separazione fra ragione ed emozioni, Goleman ci aiuta a capire e a governare le “abilità del cuore”, perché “le passioni, quando ben esercitate, hanno una loro saggezza; esse guidano il nostro pensiero, i nostri valori, la nostra stessa sopravvivenza”.
Già nella civiltà greca era riconosciuta un’intelligenza diversa da quella logica e geometrica, come ci ricorda Domenico De Masi: consisteva “nell’acutezza, nella vivacità e nella finezza di spirito, grazie alle quali la mobilità dell’intelligenza si sposa con la rapidità dell’azione”.
L’intelligenza emotiva di Goleman è proprio questa mobilità del pensiero, è la “capacità di riconoscere i nostri sentimenti e quelli degli altri, di motivare noi stessi e di gestire positivamente le nostre emozioni”. Ricordandosi che il proprio temperamento non è un destino, e che l’autocontrollo e la compassione sono ciò di cui il nostro tempo ha più bisogno.