"Ho letto d'un fiato questo libro con lo spirito di chi, una pagina dopo l'altra, segue un romanzo di cui non sa prevedere il percorso e tanto meno la fine, ma anche con lo spirito di chi, a teatro, assiste, quasi prendendone parte sul palcoscenico, a un lavoro appassionante. Ma questo non è nè un romanzo, nè un pezzo da teatro, sebbene gli autori-lettori, ragazzi di 8,9 e 10 anni, ti trascinino con i loro dialoghi e con le loro "storiche" congetture, a pensare, ripensare, a guardare ancora una volta quello che abbiamo sopra la testa e sotto i piedi: il cielo e la terra. Questo libro è più semplicemente il racconto di quanto avviene a scuola quando i bambini sono incoraggiati a guardare. Perchè l'osservazione è ormai un senso che si va perdendo, le immagini che ci vengono mostrate scorrono troppo veloci. Ma la volta celeste, con le sue stelle e i suoi pianeti, è lì, pronta ad essere guardata con le sue immagini naturali che si ripetono ad intervalli periodici e si offrono quindi ad una osservazione ripetuta. E sono proprio "i tempi lunghi della Luna" che, assieme alle immagini, scandiscono il tempo.
È chiaro che guardare il cielo aperto viene più spontaneo in un paese come Giove, in un promontorio della valle del Tevere, fra ulivi e viti; ma anche il maestro che insegna ai ragazzi in città può incoraggiare i suoi allievi a guardare dalla finestra un angolo di cielo (come faceva Franco Lorenzoni quando insegnava in una borgata di Roma) e a contare le stelle in una notte limpida e poi... saranno loro, i bambini, che incominceranno a fantasticare."
(dalla Prefazione di Emma Castelnuovo)