La Storia di Vessantara, qui tradotta per la prima volta in italiano, appartiene ai Jataka, o Nascite, una raccolta di novelle contenuta nel Canone buddhista di Cejlon. La sua redazione definitiva, scritta in lingua Pali da un anonimo compilatore, risale probabilmente al V secolo d.C., ma la composizione originaria è molto più antica (I secolo a. C.) e di certo il materiale favolistico si perde nella sconfinata e ricchissima tradizione fantastica indiana.
La Storia di Vessantara è un racconto buddhista: nei Jataka Buddha stesso narra la storia delle sue vite precedenti, e dei molteplici esseri in cui si è reincarnato prima di giungere all’illuminata perfezione. L’ultima vita è quella del principe Vessantara, datato di grandi virtù e soprattutto magnanimo e generoso.
Per questi suoi meriti sarà bandito dal regno, costretto a vagare nella foresta, perderà ogni bene e persino i figli e la moglie; ma passerà imperturbabile attraverso ogni avventura e ogni prova dolorosa e infine, grazie agli stessi meriti, riotterrà ogni cosa, anche il regno, e acquisterà un prestigio e un’autorità ancora maggiori.