L’alchimia è correlata alla scienza dell’Anima ed è anche inestricabilmente legata, in alcuni dei suoi aspetti, agli inizi della storia della chimica e dello studio dei metalli; ma non può essere ridotta allo studio né delle sostanze pure e semplici, né della psiche separata dal pneuma. È una scienza legata direttamente a principi di carattere universale, e, di conseguenza, al di fuori di qualsiasi tipo di studio profano.
L’alchimia è una delle principali scienze cosmologiche, coltivata, in una o nell’altra forma, in tutte le società tradizionali, connessa allo stesso tempo alla cosmologia, al processo di realizzazione spirituale, e quindi alla psicologia tradizionale, alla medicina, alla scienza dei metalli, alla chimica e anche all’arte. È basata sulla convinzione che vi sia qualcosa di tutto in tutto e che, grazie alla presenza del sacro, possa essere realizzata all’interno delle cose una trasformazione che cambia la loro sostanza.
La prospettiva alchemica è stata direttamente collegata da un lato ai minerali, ai metalli e all’aurificazione, a tutto quello che l’elemento oro simboleggia nel campo della natura; dall’altro alla "immortalità" e "longevità"; e infine all’acquisizione del "corpo aureo" o di "diamante", che è anche lo scopo di alcune tecniche iniziatiche. In tal senso l’Autore considera l’alchimia indiana, o Rasayana, come strettamente legata all’arte della lunga vita degli asceti e dei ricercatori spirituali.
Al contrario di ciò che è avvenuto in occidente, l’alchimia in India è rimasta una scienza e un’arte ancora viva e utilizzata come prevenzione, terapia e cura delle malattie, nonché come metodo per raggiungere i più alti stadi dell’illuminazione.