Nel libro si delinea il profilo di Dioniso, antica divinità greca. La sua conoscenza priva di pensiero e di ragione, la sua libertà infinita che non conosce limite alcuno non può essere per sua natura tradotta in parole né mediata da scritti. Questo libro cerca, addentrandosi negli affascinanti miti o culti tramandatici in proposito, di testimoniare l'esistenza, almeno in tempi remoti, di stati d'essere e modi di sentire caratterizzati dall'amoroso ed armonico impeto simboleggiato da questo Dio e dal suo corteo ebbro e felice.
Le leggende dionisiache raccolte in questo scritto sembrano riportare, come un antico sentiero non percorso da molto tempo e dunque ormai cancellato e reso invisibile da un folto rigoglio di erbe, in un mondo lontanissimo, oggi quasi inimmaginabile, primordiale, selvaggio, naturale, istintuale, un mondo privo delle regole e delle leggi imposte dalla cosiddetta civiltà, antecedente al sistema delle convenzioni sociali, non dominato dalla logica, dalla ragione, dalla materialità o dal denaro, perciò completamente opposto a quello odierno.
Una realtà in cui alcune fortunate donne sapevano ancora sentirsi libere come animali selvatici, abbandonare il pensiero, incantarsi, smarrire la propria limitata individualità personale in un Amore infinito ed eterno, conoscere Eros dentro se stesse come un soffio divino, un entusiasmo sacro che imperversa come un forte vento portando via ogni nube, travolgendo ogni pesantezza od ostacolo e rendendole tutte sorelle, differenti manifestazioni di una medesima luminosa essenza.