In Cina, in tempi antichissimi, apparve un'opera letteraria contenente una serie di stratagemmi applicati all'arte della vittoria. Questi stratagemmi, legati alla filosofia e all'arte del combattimento, possedevano un valore non solo militare ma anche psicologico. Con le loro astuzie e la loro saggezza, gli stratagemmi rappresentavano una profonda e dettagliata analisi della psiche umana esaminata in un contesto di ostilità.
Nel corso dei millenni, le condizioni sono mutate, ma l'efficacia e la vitalità degli stratagemmi perdura, quasi a voler indicare che il comportamento umano segue modelli che rimangono sostanzialmente uguali attraverso il tempo e lo spazio.
I 36 stratagemmi rappresenta un distillato di cinque millenni di strategia bellica, che travalica l'angusto ambito militare rendendone i contenuti attuali ed efficaci nei campi più disparati: dalla psicologia alla politica, dal business al management, dall'educazione alla diplomazia, dalla comunicazione al marketing, dall'etica alle relazioni umane.
I 36 stratagemmi introduce il lettore a una scienza progredita del comportamento umano, un'evoluta psicologia delle debolezze e delle forze degli individui all'interno del contesto strategico per controllare gli altri senza esserne controllati, per indurli a fare qualcosa senza che se ne accorgano, per agire a loro insaputa o, ancora, per creare deliberatamente agitazione nel contendente e produrre determinate reazioni e movimenti.
Caratterizzato da uno stile terso e da una grande perspicacia, il testo svela le leggi del successo e offre suggerimenti su come sconfiggere l'avversario con l'astuzia. Lo stratega ideale, infatti, è colui che non combatte e che, se costretto a farlo dalle circostanze, tiene un comportamento simile a quello dell'acqua, che ottiene la vittoria senza lottare Dopo aver attraversato i millenni, I 36 stratagemmi si propone oggi come un testo validissimo e non stupisce che attualmente, in Oriente, sia considerato un'opera per l'educazione dei manager, il cui scopo è l'invincibilità.