È stato Dio a creare l’uomo o è stato l’uomo a creare Dio? Dio rappresenta solo il prodotto di un desiderio universale, o l’uomo ne ha intuito la reale presenza? Perché alcune religioni si somigliano? Perché molte rivelazioni avvennero nello stesso periodo? Perché uno stesso Dio avrebbe parlato in modo differente a popoli diversi? Qual è, in tutto ciò, il posto del cristianesimo? È con questi grandi interrogativi che Rodney Stark – il più illustre sociologo delle religioni – si confronta in questo libro.
La storia delle religioni dimostra che c’è stata una evoluzione nella concezione di Dio: gli uomini sembrano adottare quelle immagini di Dio (o degli Dei) che forniscono loro di volta in volta maggiore appagamento, sia spirituale che materiale. Innanzitutto, preferiscono Dei personali a essenze divine prive di consapevolezza. Poi, tendono ad ampliare i poteri di questi Dei, dapprima circoscritti, verso il Dio assoluto, onnipotente e soprattutto etico del monoteismo – rendendo via via più complesse anche le teologie relative. Inoltre gli uomini preferiscono un Dio razionale e amorevole, perché esseri supremi irrazionali e indifferenti non favoriscono lo sviluppo della civiltà.
Attraverso un’analisi di ampio respiro – dalla fede degli uomini primitivi alle religioni delle prime civiltà (sumeri, egizi, greci, popoli mesoamericani), dal «mercato» religioso relativamente aperto di Roma ai primi monoteismi (zoroastrismo, ebraismo e cristianesimo), fino alla spiritualità «atea» dell’Estremo Oriente e all’Islam – Stark ha raccolto una ricchissima messe di dati e propone una serie di riflessioni come sempre stimolanti e intelligentemente provocatorie, che sfatano ancora una volta il pregiudizio antireligioso della nostra epoca.