Moritz Schlick è il filosofo e fisico tedesco che, a partire dal 1925, organizzò il cosiddetto «Circolo di Vienna» frequentato dai maggiori esponenti del movimento neopositivistico. Il saggio Forma e contenuto riprende una serie di lezioni tenute da Schlick a Londra nel 1932, e può essere considerato la più organica esposizione della teoria della conoscenza elaborata dal filosofo in quegli anni.
È un testo assai elegante e chiaro che pone l’accento fin dal titolo su una distinzione tipica della filosofia neopositivistica: Schlick sostiene la tesi della radicale inconoscibilità e inesprimibilità del contenuto intuitivamente esperibile e dell’impossibilità di cogliere la natura qualitativa delle cose. L’unica conoscenza effettivamente possibile è quella relativa ai rapporti strutturali tra i fenomeni offertaci dal sapere scientifico.
Il libro è completato da due brevi scritti, di respiro più schiettamente speculativo, che danno conto di due aspetti molto importanti dell’empirismo logico: il primo, della polemica con l’interpretazione neokantiana e cassireriana della teoria della relatività; il secondo, della critica alla concezione husserliana e fenomenologica dell’apriori materiale e al bergsonismo.
L’introduzione di Paolo Parrini dà il giusto rilievo al pensiero di Schlick discutendone i rapporti con l’opera di altri rappresentanti del Circolo di Vienna nella prima fase del neopositivismo.