«Cucinava come un gastronomo dotato della scienza di un saggio - "questo speciale piatto georgiano, piccolo pollo, riso e cipolla, bisogna mangiare con le mani; questo dessert curdo, quando il fidanzato ha fatto la sua domanda e questa è stata accettata, l’indomani il fidanzato manda questo piatto alla fidanzata" - cucinava come un dietologo che prevede l’effetto di ogni pietanza, di ogni spezia sull’organismo.
Azzardai un giorno in sua presenza un’osservazione a questo proposito: "Insomma, Monsieur, la cucina potrebbe essere una branca della medicina?" Domanda che mi attirò la risposta "No, medicina branca della cucina."»