Dal sottotitolo Agricoltori contro la globalizzazione alimentare, il libro in realtà spiega, in termini diretti, come la democrazia economica cioè il controllo dal basso dei produttori e consumatori sia il solo modo per non vanificare anche l'agricoltura e ciò che mangiamo alla logica del profitto e di una tecnica totalmente avulsi dagli interessi della gente e della vita.
La globalizzazione dei diritti dell'uomo, diritti non solo formali come fa comodo sostenere a chi in realtà, nello stato, in banca e in politica è il complice dei gruppi finanziari e della speculazione più selvaggia, ma il diritto sostanziale degli individui e delle comunità di condurre il proprio lavoro con dignità, autogestendo logiche di produzione e di consumo.
Un modo chiaro di proporre una alternativa alla mucca pazza, agli OGM, all'agricoltura industrializzata, ai fast food, alla malaalimentazione ed ai meccanismi di violenza e sfruttamento che in queste sono - neanche tanto - nascosti.