Ogni volta che metto a letto mio figlio, ogni volta che i suoni della casa si spengono insieme alle luci, ci rimane quel tenero istante di complicità dove storie e animaletti prendono vita e forma godendo di un attento ascoltatore e di un discreto narratore.
In queste fiabe e avventure nate tra boschi e savane, tra fiumi e foreste, ho sempre cercato di inserire qualche blando esempio di ciò che il mondo chiama paranormale, qualche dose di sana energia spirituale e magica veggenza che aiutasse mio figlio a comprendere il mondo sottile che oltrepassa il tempo e la materia.
Sogni lucidi, profeti, viaggi astrali e persino qualche alieno comparivano nelle fiabe in modo naturale e spontaneo; dimensioni energetiche, aldilà, reminiscenze e vite passate creavano divertenti situazioni in cui gli animaletti fraternizzavano tra di loro sorseggiando frullati e gustando cibi vegetariani.
Non ho mai programmato o preparato un racconto, ho sempre improvvisato ogni storia ed ogni avventura, ma il mio attento ascoltatore mal sopportava la claudicante memoria paterna che, con il susseguirsi dei giorni, dimenticava nomi e dettagli.
Per ovviare al suo disappunto ho dovuto creare una piccola traccia dei miei racconti, un filo conduttore fatto di nomi e scenari che non mi facesse cadere così spesso in errore.
La raccolta, riorganizzazione, correzione e stesura di questi appunti, ha dato vita a questo libro, fatto di fantasia e divertimento, di complicità ed affetto; contornato di piccole dosi di morale ed etica, di qualche nozione di metafisica, tracce di ecologia ed altruismo e ricoperto tutto di tanto amore.
Non ha la presunzione di insegnare od educare, non ha neppure la volontà di far riflettere o pensare, il suo unico scopo è quello di divertire e lo si può fare anche se ogni tanto si va oltre la materia e la tradizione.