Quanto minore è la disponibilità di un orientamento condiviso, di criteri di giudizio comuni, tanto maggiore è la confusione morale, lo spazio per il conflitto e la coercizione.
La modernità occidentale degli ultimi tre secoli ha coltivato sistematicamente forme di sviluppo latrici di disorientamento radicale, e lo ha fatto passare per “condizione umana”.
Ma quel processo che Nietzsche ha catturato con le espressioni “nichilismo” e “morte di Dio” ha caratteri storicamente unici e rappresenta un peculiare vicolo cieco della storia.
Il presente lavoro rappresenta un tentativo di fondazione ontologica, epistemica e, su queste basi, etica che vuole aiutare a sottrarsi alla propria condizione di disorientamento strutturale chi abita la modernità occidentale.
Il metodo utilizzato è di matrice fenomenologica e mira a esporre le condizioni intenzionali del conferimento di senso nell’ambito dell’azione umana.
L’articolazione del valore che emerge dal percorso svolto identifica le gravi unilateralità degli ordinamenti etici contemporanei e segnala le direzioni in cui una via d’uscita può essere trovata.
Queste direzioni sono costituite da un consolidamento delle identità personali e collettive, da un recupero di forme di vita comunitaria, da un riorientamento pedagogico che privilegia concretezza e sintesi ad astrazione e analisi, da uno sviluppo della libertà nella continuità con il passato e dall’accettazione della pluralità dei percorsi di valorizzazione collettiva.