Gary Snider è poeta scrittore, praticante zen, docente universitario e boscaiolo, per ambizione sciamano, per talento uomo poliedrico e totale. Per chi abbia letto i Vagabondi del Dharma di Kerouac sarà utile ricordare che Japhy Rider del romanzo è proprio Snider nella realtà.
Ben più noto all'estero e comunque figura chiave di quella girandola di personaggi scintillati in alcune felici primavere dei '60, nota come Beat Generation, è poco tradotto in Italia. Nel mondo selvaggio è una raccolta di saggi, impreziosita da una prefazione di Elemire Zolla, sul senso profondo della natura: la natura selvaggia incontaminata al di fuori di noi e la nostra natura più profonda entro i nostri corpi quotidiani.
Uno scrivere particolare, dotto e banale, mai casuale, che scaturisce dall'immersione quotidiana nella natura, in cui pesce bollito, mandala tibetani, gufi maculati si alternano con la storia dinamica dei paesaggi, la distruzione delle foreste e l'uso dei sentieri, i racconti sugli orsi e le poesie zen. "
La natura può essere studiata dalla scienza, resa oggetto. Il mondo selvaggio non va trasformato in oggetto o soggetto: per avvicinarsi ad esso dobbiamo ammetterlo al nostro interno, come qualità intrinseca...la natura non è affatto minacciata, la wilderness lo è.... luogo dell'anima."
Per ammissione esplicita il libro è una meditazione sul significato di essere umani. Un'ultima citazione su natura e spiritualità: Un monaco chiese a Dong-Shan. C'è una pratica che le persone debbano seguire? Dong Shan rispose: quando diventi una vera persona c'è una tale pratica.