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Questo libro documenta con precisione, intelligenza e sensibilità la storia di un’arte che ha inizio 5500 anni prima di Cristo. Tema comune sembra esserne la celebrazione di un principio generativo che, pur nella sorprendente varietà di simboli e di motivi, in ogni parte del mondo era inteso, percepito e celebrato come forza soprannaturale che presiede al mistero della nascita, della morte e del perpetuo rigenerarsi.
I petroglifi, i pittogrammi e le incisioni presenti nel ricchissimo apparato iconografico raccolto dall’autore celebrano la fertilità e l’abbondanza datrici di vita, suggerendo al contempo la venerazione di un potere spirituale - quello dell’archetipo generatore androgino - che poteva essere sentito nelle caverne e nelle sorgenti, nella bellezza del paesaggio così come nella potenza della sessualità umana e non umana.
Forma sacra e rituale, molto più profondamente che espressione di una creatività personalistica, di questa spiritualità l’arte rupestre è vibrante testimonianza incisa nella roccia.
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