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Erich Fromm parla del rapporto fra paziente e psicologo, e i vari metodi utilizzati nel mondo della psicoanalisi. Si notano subito le differenze fra lui e Sigmund Freud, del quale ha analizzato e cercato di approfondire gli scritti: Erich Fromm, infatti, al contrario di Sigmund Freud non agisce considerando un paziente come "materiale umano" sul quale lavorare, ma ha la capacità di cogliere con giudizio critico e indispensabile autonomia i problemi di fondo dell'individuo instaurando con lui una profonda solidarietà.
La parte più interessante riguarda la spiegazione dei termini che sentiamo spesso nel nostro linguaggio comune, senza saperne l'esatto significato, come ad esempio la nevrosi, ovvero il conflitto fra l'io e le pulsioni. La terapia psicoanalitica in questo caso serve al rafforzamento dell'io e i sintomi (i sintomi sono la causa che pregiudica la funzionalità sociale dell'individuo), scompaiono nel momento in cui il paziente mostra la capacità di introspezione che gli consente di tenere sotto controllo le angosce ad esse connesse.
Forse pochi sanno che le nevrosi si dividono in maligne e benigne, le benigne sono conseguenze di gravi traumi, le maligne riguardano la struttura del carattere, che può subire gravi danni al punto tale da mostrare tendenze necrofile.
I metodi terapeutici in questo caso sono mirati a far mettere a confronto nel paziente la parte irrazionale della sua personalità con quella sana, un confronto che genera un conflitto, e di conseguenza delle forze che portano se non a guarire, almeno ad un miglioramento dell'equilibrio fra il singolo e il mondo. L'elemento decisivo rimane comunque il suscitare questo conflitto.
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