Mircea Eliade ricordava come il sogno alchemico e prometeico della trasformazione del reale fosse, in qualche modo, il segno fondamentale della civiltà della tecnica in cui siamo immersi. Forse è la coscienza di ciò che rende ineludibile il discorso ermetico per chiunque oggi sia alla ricerca di un senso ulteriore a quello della degenerazione post-illuminista denunciata dalla scuola di Francoforte. O forse è solo la tenace memoria di una radice insopprimibile, una persistente reminiscenza di un diverso piano del rapporto tra uomo e cosmo, ormai nascosta in plaghe dell’essere troppo profonde ed eteree per poter essere luminosa, chiara e definita.
Abbiamo riunito autorevoli studiosi di varia formazione e provenienza con alcuni discepoli contemporanei dell’Arte regale per creare un luogo di confronto collettivo e di libero approfondimento sui paesaggi inaspettati e sulle luminose prospettive ancora nascoste del bellissimo e in gran parte inesplorato Giardino di Hermes.
Interventi di:
Massimo Marra, Maurizio Barracano, Grazia Shogen Marchianò, Giuseppe Sermonti, Paolo Aldo Rossi, Paolo Mottana, Mino Gabriele, Andrea De Pascalis, Luciano Pirrotta, Anna Maria Partini, Alberto Cesare Ambesi, Carlo Paredi, Cesare Pierbattisti, Maurizio Natoli, Francesco Indraccolo, Guido Buffo, Anna Cuculo e Luca Dragani.