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Stimato da André Breton, che lo considera un riferimento per il surrealismo, studiato da filosofi come Maurice de Gandillac, venerato da artisti come Jean Cocteau (che gli dedica un capitolo del suo Maalesh) e, nel contempo, sospetto di pratiche e ideologie esoteriche luciferine, latore di concezioni razziste ed antisemite, Schwaller è un personaggio complesso, di difficile decrittazione. Frutto maturo di suggestioni culturali ed esoteriche complesse che vanno dalla teosofia al socialismo fourierista, dalla magia sexualis della Hermetic Brotherhood of Luxor alla sinarchia di Sant-Yves d'Alveydre, passando per coloriture di volta in volta corporativiste e libertarie, un tale personaggio è forse il crocevia più indicato per illustrare, attraverso l'analisi della sua complessa vicenda spirituale, le tensioni e le influenze che agivano all'interno di un'intera generazione di intellettuali ed artisti francesi ed europei, nati all'ombra della prima, grande crisi del positivismo, figli di una borghesia smarrita ed eradicata, fecondamente incapace ad assumere l'onere plumbeo dell'aridità scientista.
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