Conosciuto anche come "Il Libro dei Mutamenti", l'I Ching è molto probabilmente il testo classico cinese più antico, da sempre di grande prestigio e popolarità. Contiene diversi livelli dì lettura, che danno luogo ad altrettante interpretazioni; questo libro ha attirato l'interesse dì consultanti e studiosi per oltre due millenni.
È stato considerato un'opera fondamentale da filosofi e mistici, politici, alchimisti, yogi, maghi e veggenti e, più recentemente, da scienziati e matematici. La prima parte del presente volume è costituita dal vero e proprio testo dell'I Ching — i sessantaquattro esagrammi e le loro definizioni — con il commentario composto da Liu I-ming, un adepto taoista, nel 1796. La seconda parte è un commentario dello stesso Liu I-ming sulle due sezioni aggiunte all'I Ching dai commentatori precedenti, che sì ritiene fossero membri della scuola Confuciana.
Complessivamente questo libro illumina circa gli insegnamenti interni taoisti così come erano praticati alla Scuola della Realtà Completa. Liu I-ming, ben preparato sia nel Buddhismo che nel Confucianesimo e nel Taoismo, intese la sua opera come una guida per la completa autorealizzazione nel corso di una normale esistenza nel mondo. Nel suo impegno per sollevare il velo del mistero del linguaggio esoterico dell'I Ching, egli fa uso contemporaneamente di termini di psicologia, sociologia, storia, mito e religione; il suo commento offre un grande contributo alla scoperta del genio spirituale cinese.