Si può dire che quest'opera sia forse l'esposizione più ampia e completa delle dottrine pitagoriche oggi disponibile. L'Autore ha profuso in essa il frutto di lunghi anni di assidua ricerca e meditazione, vissuti nello spirito di un'intima partecipazione alla sapienza apollinea del Maestro di Samo.
Il sapere pitagorico, pur teso verso il mistero inesprimibile dell'Essere, fa leva sulla lucida facoltà intellettiva dell'uomo, rifiutando ogni èmpito irrazionale e caotico. In esso l'educazione della mente equivale a detergere lo specchio nel quale deve riflettersi la Luce intelligibile del Bene, e questo basta a rendere conto della fallacia e della pericolosità di quegli atteggiamenti neospiritualistici, oggi di moda, i quali, mascherando una sostanziale pigrizia intellettuale, sostengono nel loro linguaggio che il "mentale" è uno strumento del tutto inutile ai fini della realizzazione spirituale.
L'Autore ci restituisce il senso ed i contenuti di un sapere rivolto a divinare le invisibili armonie dell'Universo, a decifrarne l'ordinata trama di occulte proporzioni e corrispondenze, nel segno dei quello che fu ed è il grande matematismo pitagorico, del quale il piccolo matematismo moderno, succube delal realtà empirica e finalizzato alla violenta e sempre più distruttiva conquista della natura, costituisce soltanto un pallido e deviato riflesso.
L'opera del Capparelli giunge quindi particolarmente a proposito, additando il cammino, innanzitutto interiore, per liberarsi da una serie di atteggiamenti mentali errati, supinamente accettati, e avviare così quel processo di purificazione o catarsi, che i pitagorici ritenevano indispensabile per il bene dei singoli e per quello della società.