“Piantare alberi” è un caldo invito alla selvicoltura, rivolto a chi vuole partecipare all'impegno di combattere il cambiamento climatico, ripulire l'aria dai gas serra e diffondere una cultura pratica di buona gestione dei boschi che aiuta anche a proteggere le falde d'acqua. È anche il tentativo di spiegare a chi sia nuovo al mondo forestale quale ricchezza si possa ricavare da un bene male utilizzato o del tutto sconosciuto. Il libro è frutto di una lunga esperienza, per la quale, osservando semplicemente la natura e assecondando la sua gratuita assistenza, si possono ottenere risultati meravigliosi con poca spesa e limitato impegno, tra l'altro piacevole e salutare.

I terribili problemi che abbiamo davanti a noi oggi non sono il risultato di incidenti tecnici nella applicazione delle politiche attuali, ma la conseguenza delle politiche stesse. Se non riusciamo a capirlo è perché sono leggittimate e rese ragionevoli dalla concezione, che potremmo chiamare religione secolarizzata, di cui siamo imbevuti nel mondo moderno. Il presupposto fondante di questa visione delle cose è che, creando il mondo, Dio (o se si preferisce "il processo evolutivo") ha fatto un lavoro sbagliato e perciò compete all'uomo con la sua conclamata intelligenza e bontà, servendosi di scienza, tecnologia, industria, e oggi, del libero mercato ridisegnarlo secondo il suo piano, di gran lunga migliore...

Prima rivista ecologista in ordine di tempo, l'Ecologist è oggi l'unica al mondo pubblicata in più lingue (inglese, francese, spagnolo, portoghese, arabo) e con sette diverse redazioni in altrettanti paesi: Inghilterra, India, Nuova Zelanda, Francia, Spagna, Brasile, Libano. Ogni redazione è totalmente autonoma e decide la periodicità, il formato, gli articoli, la grafica, la distribuzione, l'eventuale pubblicità, ma tutte possono attingere liberamente al lavoro delle riviste sorelle, ciascuna delle quali mescola a suo modo le parti internazionali con quelle locali. L'Ecologist italiano esce come librorivista monografica con un'attenzione particolare, anche attraverso ricerche scientifiche, a raccogliere e diffondere conoscenze utili ad una politica di medicazione delle piaghe della società e della natura. La pubblicazione dell'Ecologist porta in Italia una visione finora emarginata nel nostro dibattito sull'ambiente, quella che si basa su un'idea di natura vicina alle religioni tradizionali e ai popoli indigeni.

Questo celebre testo della scuola di Don Milani, figura carismatica della pedagogia antiautoritaria degli anni 60, é riproposto in edizione integrale dalle edizioni Lef.
Gli insegnamenti di questo libro, redatto collettivamente da tutti coloro che presero parte alla scuola di Barbiana, risuonano ancora oggi alti, validi ed essenziali in un panorama educativo corrotto da troppi concettualismi e sin troppo mestiere.

Permacoltura presenta speciali strategie per costruire sistemi di produzione alimentare adatti a varie situazioni, dall'orto familiare all'agricoltura in pieno campo. Progettando con cura un sistema complesso intorno alle relazioni funzionali fra piante e animali, si può formare un'ecologia coltivata stabile in armonia con le condizioni climatiche locali. Il libro fornisce un elenco di 130 piante erbacee ed arboree utilizzabili in un sistema permacolturale. Gli autori hanno basato la Permacoltura sul principio di lavorare con invece che contro natura; di osservare a lungo e attentamente piuttosto che operare in modo continuo e distratto, di considerare le piante e gli animali in tutte le rispettive funzioni invece di trattare ciascuno di loro come un sistema produttivo separato...

Un testo fondamentale per una agricoltura alternativa e radicata alla terra. Fukuoka iniziò come scienziato in campo agricolo e già nei primi anni 30 cominciò a mettere in dubbio i postulati dell'agricoltura industriale. Le sue riserve su queste pratiche, combinate con una forte vissione spirituale del mondo, lo hanno portato a sviluppare con successo un modo di coltivare che non richiede aratura, nè insetticidi e diserbanti, niente sarchiature e fertilizzanti e non usa nemmeno composti organici. Lui definisce questo metodo agricoltura natuale e la pratica e la filosofia di questa tecnica sono vicine a quelle tradizionali dei poli nativi. L'agricoltura europea ripulisce il suolo, capovolge la terra e semplifica la vita biologica del terreno: l'unica cosa che deve rimanere in piedi in un campo di cavoli, sono i cavoli...

Un metodo di trattare la terra che, rispondendo perfettamente a finalità ecologiche, fornisce all'uomo alimenti sani, genuini e in quantità non inferiori a quelli ottenibili con l'aiuto della chimica. Pubblicato per la prima volta in Italia 30 anni fa, conserva a oggi tutta la sua attualità, essendo aumentato il numero di coloro che praticano l'orticoltura biodinamica

un testo ormai classico che spiega come l'industrializzazione dell'agricoltura si ponga come causa prima della fame nel mondo. Ormai divenuto testo di studio internazionale e pur risalendo al 1977 resta un contributo chiaro, conciso ed essenziale per chiarire i nessi tra agricoltura benessere e sviluppo.

Raul Gasparini é morto mentre stava seminando. Anche questo libro che ha lasciato é un seme gettato lontano senza sapere se crescerà: in esso la massima attenzione é dedicata ai semi, come raccoglieli e conservarli, quando seminare. Ancora nessuno ha preso il suo posto e l'angolo di valle padana bonificato da lui é ora abitato soltanto dai suoi amici: usignoli ,sterpazzoline, lombrichi e tanti altri piccoli animali: ho visitato il piccolo Eden la primavera seguente alla sua morte: brillava di vita!
Questo libro é un manuale di quello che un uomo solo può fare, nostante lo sfacelo ecologico, di come la natura risponde subito a chi impara a rispettarla. Si inserisce a pieno titolo nei principali contributi alla ricostruzione di un modo di vivere familiare radicato alla terra.

Appunti di scienza contadina per una via italiana all'ecologia. L'autore é uno dei fondatori del WWF italiano ed in questo suo ultimo libro collega le radici dell'ecologia moderna con le lontane tradizioni rurali italiane e testimonia la misteriosa supremazia della scienza contadina tradizionale su quella accademica e scientifica.