L’autobiografia di Paul Bowles è una specie di Who’s Who delle arti e delle lettere del ventesimo secolo. Paul Bowles è l'unico figlio di una coppia appassionata di musica e buone letture. Fin da bambino il protagonista manifesta le proprie passioni: scrive giornalini, diari di personaggi immaginari, progetta e descrive grandi, fantastici viaggi inventati. Studente irregolare, geniale e fantasioso si dedica all’apprendistato della musica, alla pittura, alla poesia, finché approda all’Università di Charlottesville, dove aveva studiato Poe. Gli incontri di questi anni, da Eliot a Cole Porter (ma anche l’acquisto del primo grammofono), risulteranno determinanti per la sua formazione intellettuale. Nel 1931 parte, senza un dollaro in tasca, per l’Europa. Rimane per un periodo a Parigi, ma si muove anche verso la Svizzera, il Belgio, la Germania... e sente parlare per la prima volta del Marocco, che diverrà il suo luogo mitico sognato. Tornato a New York, lavora in una libreria e inizia a stendere la sua biografia, continua a comporre musica, a scrivere. Conosce Aaron Copland, straordinario personaggio, che accetta di dargli lezioni quotidiane di composizione. E proprio con Copland va per la prima volta a Tangeri...