Cristiana, greca, magica, a quale tradizione appartiene il nuovo Adamo - camaleonte, il grande miracolo della natura creata? Di che libertà parla Giovanni Pico nel Discorso, testo capitale per l'interpretazione del rinascimento? Il libro segue lo stratificarsi delle diverse fasi compositive del Discorso durante il 1486, un anno straordinario per il giovane autore: a ventitré anni, scosso da passioni contrastanti, alte ambizioni intellettuali e una spiritualità impaziente del linguaggio ecclesiastico, Pico passa dall'eros all'Eros, e dal lucido fervore filosofico al desiderio di fondersi nell'oscurità ineffabile di Dio. La Bibbia e dialoghi platonici sostanziano il suo progetto, ma ciò che Pico vuole soprattutto dimostrare è l'universale validità di un nuovo modello di vita, filosofico e ascetico al contempo, che egli stesso ha abbracciato dopo una profonda crisi. Di Dio, mondo e verità si può scrivere secondo Zoroastro e secondo la Bibbia, secondo Ermete Trismegisto e secondo la Cabbala: nessun prospettivismo, dunque, nessuna apologia del cristianesimo come unica via, ma una pluralità di percorsi che guarda verso un esito mistico. E' questa idea della dignità umana che verrà condannata e incarcerata, insieme con Pico, dalla chiesa di Roma. Non ti abbiamo dato, o Adamo, una dimora certa, né un sembiante proprio, né una prerogativa peculiare. Non ti abbiamo fatto né celeste né terreno, né mortale né immortale, perché come libero, straordinario plasmatore e scultore di sé stesso, tu ti possa foggiare da te stesso nella forma che avrai perferito.