L’uomo occidentale ha progressivamente affermato il proprio dominio sulla natura. Tale percorso è stato sostenuto da una filosofia che ha concepito l’uomo come unico essere dotato di ragione e quindi come creatura privilegiata, qualitativamente superiore agli altri esseri viventi. A fianco di questa esaltazione dell’umanità, si è affermata la visione di una natura meccanizzata e materializzata, strumento e oggetto ideale di manipolazione: appiattita nell’uniformità del congegno meccanico, essa perde, al proprio interno, ogni differenziazione qualitativa e ogni caratterizzazione. Questa concezione, che ha indirizzato e diretto lo sviluppo della civiltà occidentale, non è stata tuttavia incontestata; pur vittoriosa nel corso della storia, essa ha infatti incontrato voci di critica e di dissenso. Il volume è dedicato a queste voci alternative.