Pubblicare una selezione delle Upanishad tradotte e commentate non è certo cosa facile né tantomeno, all’interno del vasto panorama editoriale, nuova. Tutti o quasi hanno sentito nominare almeno una volta questo libro, uno dei più importanti documenti dello spirito umano, molti però non vi si sono mai avvicinati, spaventati dalla gran quantità di nomi, di storie, dalla difficoltà di comprendere concetti così distanti dal mondo occidentale. La presente edizione critica delle Upanishad rovescia proprio quest’ultima idea, quella di una presunta distanza tra il monumentale testo di riferimento della religione induista – paragonabile per importanza alla Bibbia – e la maggiore religione d’Occidente, e ne fa una guida alla meditazione verso una più ricca e più profonda esperienza dei contenuti di fede cristiani. L’interpretazione di questo testo come locus theologicus, come fonte cioè di conoscenza teologica e di rivelazione del sacro tout court, ha guidato la traduttrice nella scelta dei brani.