Un piccolo libro che è anche un invito al raccoglimento, a pensare profondamente, a interrogarsi sul senso della vita e a vivere guardando agli aspetti più spirituali dell'esistenza accantonando superficialità, materialismo, banalità e vacuità quotidiane. Una raccolta di alcuni dei messaggi più significativi di Sua Santità, il Dalai Lama, uno per ogni giorno dell’anno, visto come un nuovo passo sul sentiero del Risveglio Spirituale. Bernard Baudouin ha riunito in questa raccolta alcuni dei più bei messaggi del Dalai Lama: parole, preghiere, squarci di luce e di speranza, affinché ogni giorno dell'anno sia un nuovo passo sul sentiero del Risveglio Spirituale. La forza del pensiero buddhista, l'immenso potere della compassione e della meditazione, l'apertura agli altri e il rispetto per ogni essere umano, diventano così antidoti alle incertezze, ai dubbi, agli aspetti più incoerenti della vita moderna.

Ricco di citazioni ispiratrici tratte da grandi maestri buddhisti che hanno attraversato la storia - da Dogen a Suzuki, da Thich Nhat Hanh al Dalai Lama e a Milarepa - questo libro rappresenta una sfida per il pensiero del'uomo e un incoraggiamento a rivolgere lo sguardo dentro di sé per comprendere appieno il senso profondo dell'esistenza...

Se potessi sfamare tutti gli affamati donando la mia vita, lo farei senza esitare. Se potessi guarire tutti i malati del mondo donando la mia vita, lo farei senza esitare. Se potessi poi renderli tutti immortali, donando la mia vita, lo farei senza esitare. Eppure ciò non impedirebbe loro di ferirsi, odiarsi, torturarsi, nè di desiderare e disperarsi. Allora che fare? Divenire saggi ed offrire la saggezza a tutti color che possono accoglierla.

Dopo il suo arrivo in Cina, questo importante Sutra fu studiato da tutti i Maestri prima e dopo il loro risveglio maggiore e venne a lungo commentato in tutti i monasteri del paese. Dovrebbe essere attentamente studiato dagli studenti del Mahayana e del Ch'an prima di iniziare il loro adddestramento spirituale. Questo discorso contiene l'essenza dell'insegnamento del Buddha e, come da lui predetto, sarà il primo Sutra a scomparire nell'era del tramonto del Dharma.

Un volume che spinge a considerare il buddismo come l'insegnamento delle prassi atte a realizzare obiettivi quali la sollecitudine e la compassione. Ciò che pensiamo come metafisica è in realtà riflessione all'interno del processo pratico. Upaya-mezzi salvifici- diventa pertanto un modo per denominare una impresa in cui tutti i buddisti sono impegnati. “Raramente un libro induce a riconsiderare ciò che si credeva di conoscere e di comprendere. Ecco un libro siffatto…John Schroeder ci ha sollecitato a pensare al buddhismo in modo differente…”

Un opera monumentale basata sull'esperienza religiosa di dogen e sulla sua impareggiabile interpretazione dell'insegnamento del Buddha. I discepli consideravano questo testo un tesoro della corretta osservanza della vera Dottrina. Un testo che occupa ancora oggi un posto centrale nel pensiero buddista contemporaneo.

Camminerete attraverso il Nepal, il Tibet, l'India, il Sud-est asiatico e la gente che ci abita. Che forma il nostro cosmo comune, in cui andare a braccetto con i nostri fratelli e sorelle, in equilibrio tra razionalità e misticismo.

Pillole sapienziali da dare alla mente una al giorno e lasciarne lavorare il contenuto nel profondo. Provate a giuardarvi allo specchio dicendo: "Il corpo è l'immaginazione della mente di avere un corpo", o "Il dolore è lo sforzo di essere ciò che non si può essere".

Molti testi che contengono gli insegnamenti di Padmasambhava sono dei gTer-ma, "tesori" nascosti da lui stesso o dai suoi discepoli per essere ritrovati in epoche successive.

Un viaggio che inizia dalla concentrazione sul respiro e termina con la totale disidentificazione: "Non vi era nessun Edoardo Profumo che fosse mai nato e sarebbe mai morto. Vi era quest'immensa vita, questo profondissimo, insondabile oceano".

Questo libro esplora il significato della mâyâ in un viaggio che va dagli antichissimi Veda all'opera di Shankara, di certo uno dei più alti pensatori dell'India.

La Mahâmudrâ, il "Grande Sigillo" della verità inalterabile, non può essere compresa ragionando o facendo chissà quale cosa, ma soltanto essendo come lo spazio celeste.

Partendo dall'attenzione alla nostra identificazione con il continuo gioco reattivo del mi piace - non mi piace, si gettano attraverso il lavoro interiore le basi della consapevolezza non giudicante, con i suoi frutti della pacificazione e dell'unione. Centrale in questo insegnamento è la coltivazione dell'attenzione saggia e l'abbandono dell'attenzione non saggia, che non fa altro che alimentare i veleni dell'avversione e dell'attaccamento.

Alla descrizione dei "cinque veleni" che offuscano la mente seguono i suggerimenti sul modo corretto di entrare in rapporto con essi, e infine gli "antidoti" specifici che la millenaria saggezza tibetana mette a nostra disposizione. La pazienza è l'antidoto all'odio, l'amore all'ignoranza, l'uguaglianza all'orgoglio, e la gioia simpatetica all'invidia.