Secondo Amnesty International la pratica rituale delle mutilazioni genitali femminili è praticata ampiamente in quasi trenta paesi. In alcune aree viene inflitta a più del 90 per cento delle donne. Milioni di donne. La trama del film è lineare e drammatica: una donna, Collé Ardo, vive in un villaggio africano. Sette anni fa, si è rifiutata di sottoporre sua figlia alla pratica dell’escissione, una pratica che considera barbara. Ora, quattro ragazzine scappano per sottrarsi a questo rito sanguinario, e chiedono protezione a Collé. Da qui lo scontro tra due tradizioni: il rispetto del diritto d’asilo (il Moolaadé) e l’antica pratica dell’escissione (la Salindé). Sembra il meccanismo perfetto di una tragedia greca. Ma Moolaadé è un film africano, regista africano, produzione africana. E' stato distribuito e ha ricevuto premi in tutto il mondo. E' il semplice e potentissimo racconto di una voce africana che parla di Africa, donne e pregiudizio. Più dei documenti ufficiali, stilati dalle volonterose organizzazioni umanitarie occidentali, ci mostra la barbarie che mutila i corpi, ma suggerisce che una soluzione va cercata nelle immense risorse sociali di un continente. Africa non è solo fame, disperazione e violenza. E' anche tradizione, valori, intraprendenza e coraggio, ricchezze umane inestinguibili. Con il libro Moolaadé, la forza delle donne a cura di Daniela Colombo e Cristiana Scoppa.