Nel 1968 Paul Horn è riuscito ad intrufolarsi con il suo flauto ed un registratore all’interno del Taj Mahal, forse il più noto al mondo fra i monumenti indiani. Il musicista si mise ad improvvisare e, grazie all’effetto dell’eco, creò alcune melodie composte da toni che restavano sospesi nello spazio per 28 secondi: l’acustica nel mausoleo era così perfetta da rendere impossibile distinguere quando il flauto smetteva di suonare ed iniziavano invece i riverberi. Non si era mai sentito nulla di simile al mondo e la sessione di Horn divenne uno degli album più influenti di musica per contemplazione e meditazione, decretando il successo di uno dei suoi più importanti ideatori ed interpreti. In “Stillness Inside” Horn propone una suggestiva collezione delle sue melodie più meditative, tutte create all’interno di spazi sacri in varie parti del mondo. In “The Stillness Inside” Horn ha immortalato in musica l’essenza di queste sacre località, dando all’ascoltatore la possibilità di godere del loro profondo misticismo.