NON AL DENARO NON ALL'AMORE NE' AL CIELO
|
€ 14.00
|
DISPONIBILITÀ IMMEDIATA
Novità |
Non al denaro, non all'amore né al cielo (1971) è il quinto album registrato in studio di Fabrizio De André. Il cantautore genovese si è ispirato alla poetica di Edgar Lee Masters per scrivere i testi di questo album, ispirato non solo dall'autore americano e dagli epitaffi dell'Antologia di Spoon River, ma anche dalla traduzione del libro fatta da Fernanda Pivano (edizioni Einaudi). Per ogni canzone è possibile risalire a una storia del libro, che è stata spunto della riscrittura di De André. La collina è l'incipit sia del libro (The Hill - La Collina) sia del disco. Si tratta infatti di un brano introduttivo. Un matto è tratta dalla storia di Frank Drummer, che nell'originale impara a memoria l'Enciclopedia Britannica per darsi un tono; nella versione di De André la Treccani. Un giudice è tratta dalla storia di Selah Lively, un nano che studia giurisprudenza e diventa giudice e si vendica della sua infelicità attraverso il potere di giudicare e condannare (giudice finalmente, arbitro in terra del bene e del male), incutendo timore a coloro che prima lo deridevano; inginocchiandosi però nel momento finale non conoscendo affatto la statura di Dio. Un blasfemo è tratta dalla storia di Wendell P. Bloyd (Mi arrestarono un giorno per le donne ed il vino / non avevano leggi per punire un blasfemo / non mi uccise la morte, ma due guardie bigotte / mi cercarono l'anima a forza di botte). Un malato di cuore è tratta dalla storia di Francis Turner, un malato di cuore che muore non appena conosce le labbra di una donna, per la troppa emozione Un medico è tratta dalla storia del dottor Siegfried Iseman che vuol curare la povera gente...
|
|
|
|
ANIME SALVE
|
€ 14.00
|
DISPONIBILITÀ IMMEDIATA
Novità |
Anime salve (1996), è il tredicesimo e ultimo album registrato in studio di Fabrizio De André. È stato scritto a quattro mani con Ivano Fossati. Anime salve è un album intenso, considerato da molti il testamento spirituale di De André stesso, un percorso ideale nell'anima del mondo: il mondo degli umili, dei reietti, dei dimenticati. Il tema prevalente è la solitudine in tutte le sue forme: quella del transessuale, del Rom, dell'innamorato, del povero pescatore di acciughe, anche (in positivo) quella scelta come condizione ideale. Lo stesso titolo dell'album deriva dall'etimologia delle parole "Anime Salve", e sta a significare "spiriti solitari". L'intero disco può essere considerato un "elogio della solitudine", che permette di essere liberi e non condizionati dalla società. Lo stesso De André definì "Anime salve", nel corso del concerto tenuto al Teatro Brancaccio di Roma nel 1998, un "discorso sulla libertà". Scritto a quattro mani con il cantautore e amico genovese Ivano Fossati, Anime salve colpisce per il livello altissimo di ispirazione delle liriche e degli arrangiamenti (curati da Piero Milesi), vere e proprie perle nel panorama della musica leggera italiana. La ricerca musicale dell'opera è indirizzata verso ritmi e temi tipici della cultura musicale Sudamericana, cara a Fossati e che fin da giovane hanno appassionato Fabrizio nel tropicalismo di Caetano Veloso, ma vi sono anche chiari riferimenti alle sonorità della musica Balcanica e Mediterranea. L'apparente incongruenza è dovuta alla disputa, avvenuta nei due anni passati in sala di registrazione, tra la "corrente paganiana" che prediligeva ritmi e sonorità mediterranee (sulla scorta di Crêuza de mä) e la "corrente fossatiana" che intendeva realizzare un "unicum" musicale sudamericano...
|
|
|
|
|
STORIA DI UN IMPIEGATO
|
€ 14.00
|
DISPONIBILITÀ IMMEDIATA
Novità |
Storia di un impiegato (1973) è il sesto album registrato in studio di Fabrizio De André. In questo concept album viene messo a nudo il pensiero sociale di De André, la sua critica nei confronti del conformismo borghese e la sua rigida critica contro il terrorismo degli anni '70. Come accade spesso nei dischi di De André, le canzoni sono collegate fra di loro da un filo narrativo: in questo caso, infatti, la storia è quella di un impiegato (la cui vita è basata sull'individualismo), che - dopo aver ascoltato un canto del Maggio francese - davanti a tale scelta di ribellione, entra in crisi e decide di ribellarsi anch'esso, mantenendo però il suo individualismo. Le canzoni che seguono rappresentano l'ordine logico di una presa di posizione individuale che, con il rapido (e onirico) succedersi dei fatti, con l'esperienza fallimentare della violenza e solo dopo, in un ambiente crudo e forte come quello carcerario, diventa collettivismo...
|
|
|
|
LA BUONA NOVELLA
|
€ 14.00
|
DISPONIBILITÀ IMMEDIATA
Novità |
La buona novella (1970) è il quarto album registrato in studio di Fabrizio De André. L'album è un concept album tratto dalla lettura dei Vangeli apocrifi: il lavoro di lettura e di scrittura dei testi, svolto con Roberto Dané, è durato più di un anno. Seguendo le caratteristiche degli Apocrifi, in questo album la narrazione della buona novella sottolinea l'aspetto più umano e meno spirituale assunto da alcune tradizionali figure bibliche (ad esempio, Giuseppe) e presta maggiore attenzione a figure minori della Bibbia, che qui invece diventano protagonisti (ad esempio, Tito e Dimaco, i ladroni crocefissi insieme a Gesù). È stato ritenuto da De André uno dei suoi lavori più riusciti. Quando gli fu chiesto per quale assurdo motivo, negli anni della contestazione giovanile, un cantautore rivoluzionario come lui avesse scritto un concept album dedicato a gesù Cristo, lui rispose:"Perché Gesù Cristo è il più grande rivoluzionario della storia!" Pertanto la scelta di puntare sui Vangeli apocrifi come traccia da seguire per elaborare la trama del disco. Un modo questo per scoprire la vocazione umana, terrena, a volte quasi sofferente, dolorante e quindi poi provocatoria e rivoluzionaria della figura storica di Gesù di Nazareth. La narrazione, introdotta da un Laudate Dominum, inizia raccontando L'infanzia di Maria: la piccola Maria vive una infanzia terribile segregata nel tempio (" dicono fosse un angelo a raccontarti le ore, a misurarti il tempo fra cibo e Signore"); l'impurità delle prime mestruazioni (" ma per i sacerdoti fu colpa il tuo maggio, la tua verginità che si tingeva di rosso") provocò il suo allontanamento e la scelta forzata di uno sposo; il matrimonio avviene con un uomo buono ma vecchio, il falegname Giuseppe (" la diedero in sposa a dita troppo secche per chiudersi su una rosa") che la sposa per dovere e la deve poi lasciare per quattro anni per lavoro...
|
|
|
|
|